Riso del delta del Po IGP
La sua coltivazione risalente al 1400, attualmente ricopre 9000 ettari di territorio ferrarese con le varità Carnaroli, Arborio, Volano e Baldo.
Nel territorio ferrarese la coltura del riso ha tradizione secolare, nei comuni di Jolanda di Savoia, Mesola, Codigoro, si può ancora ammirare lo spettacolare paesaggio di risaie allagate, e la ingegnosa canalizzazione usata per portare l’acqua in questi terreni. Il riso superfino Carnaroli è un tipo di riso con un chicco ricco di amilosio che lo rende molto consistente e quindi adatto per i risotti poichè perde poco amido durante la cottura. Il riso Carnaroli superfino ha i chicchi grossi ed allungati e si cuoce in un tempo variabile tra i 16-18 minuti. Molto usato nella tradizione culinaria di Ferrara, perché si abbina bene con carni, verdure e pesce, o per meglio dire con quelle che sono le 17 perle della gastronomia ferrarese.
Ha ottenuto l’IGP dal 2009.
DA COSA E’ FORMATO UN CHICCO DI RISO?
ARISTA: è il baffo del chicco di risone (si chiama così quando è appena raccolto e non ha ancora subito nessun tipo di lavorazione), viene asportato durante la lavorazione del chicco.
GLUMELLE: il chicco di riso appena raccolto è rivestito da un involucro a più strati, tendente al colore marrone o giallo, dette appunto glumelle. Si potrebbero definire come la prima pelle del chicco di riso, la protezione del chicco stesso, costituiscono un 20% del peso totale.
CARIOSSIDE: è ciò che mangiamo e che rimane della lavorazione del riso (sbramatura). Costituito per la maggior parte da amido, rappresenta un 60% circa del peso totale.
EMBRIONE: ogni chicco è portatore di un embrione, collocato in una piccola sacca detta spermoderma. L’embrione darà vita (nel riso da seme) ad una nuova pianta di riso ed è perciò una parte molto importante del chicco.